Non mangiare melanzane fritte: scopri i rischi per il corpo

Le melanzane fritte sono un contorno facile da preparare e molto popolare. Quando le si chiama in causa, molto spesso si sentono critiche e riferimenti a pericoli per la salute. Sono realtà questi rischi per il corpo? Iniziamo a dire una cosa fondamentale quando si discute di alimentazione: nessun cibo, anche trattato e incluso in ricette complesse, è dannoso per il benessere. Tutto dipende da quanto ne si consuma e dall’inclusione o meno in un regime alimentare equilibrato.

Questo vale anche per le melanzane fritte. Se hai intenzione di iniziare a includerle nei tuoi menù, ti invitiamo innanzitutto a consultare il tuo medico curante, che ti fornirà eventuali informazioni relative alle controindicazioni. Chiarita questa premessa vediamo, nelle prossime righe, alcune specifiche fondamentali sulll’ortaggio in sé, sui suoi benefici e sugli aspetti da conoscere nel momento in cui si decide di sottoporli a cottura prolungata.

Le melanzane fanno bene?

Ricche di antiossidanti come le antocianine e i flavonoidi, questi ultimi responsabili del colore scuro della buccia, le melanzane sono caratterizzate da un’alta quantità d’acqua. Facile è renderesene conto quando le si cuoce. Per questo motivo, quando si decide di cuocerle o, nello specifico, di friggerle, è bene ricordare che non saranno più un’opportunità per incrementare l’apporto idrico quotidiano. Come sicuramente saprai, l’acqua che è raccomandato bere ogni giorno non arriva solo dai bicchieri e dalle borracce che si riempiono, ma anche dagli alimenti che si portano in tavola, ortaggi e frutta in primis.

Tra le antocianine responsabili del colore della buccia della melanzana è possibilei ricordare la nasulina. Oltre ai suoi benefici antiossidanti, è possibile chiamare in causa pure gli effetti cardioprotettivi. Per ora, invece, la scienza non è riuscita a concludere nulla di ufficiale in merito alla sua capacità di contribuire alla riduzione dei valori del colesterolo cattivo.

Cosa sapere sulla solanina e come scegliere le melanzane giuste

Quando si parla delle melanzane, si sente, per forza di cose, nominare la solanina. Questo alcaloide glicosidico è – e dirlo può sembrare strano – un regalo della natura: essendo tossico, permette di proteggere il frutto dagli attacchi di predatori e parassiti. La quantità di solanina presente nelle melanzane non è altissima e diminuisce man mano che il frutto va incontro a maturazione. Nonostante questo, è comunque bene evitare di consumare la melanzana cruda (con la scelta di friggerla, si bypassa questo problema). Essenziale a tal proposito è ricordare quanto segue:

  • I processi di cottura sono in grado di distruggere in parte l’alfa-solanina presente nella melanzana.
  • Per eliminare completamente l’antinutriente, è necessario raggiungere temperature notevoli, attorno ai 250°.
  • Le melanzane crude non devono assolutamente essere consumate in gravidanza, in quanto la solanina può provocare danni al feto.

Chiari i motivi per cui è basilare cuocere le melanzane, rammentiamo i consigli per sceglierle al meglio. Punta su ortaggi che siano sodi e di buon peso, avendo cura di scegliere quelli privi di segni di ammaccature e macchie. Scegli melanzane mature e assicurati che siano tali premendo sulla buccia e controllando se rimane l’impronta digitale: se non resta, vuol dire che l’ortaggio non è abbastanza maturo.

Una volta acquistato l’ortaggio, ricorda che hai circa una settimana per decidere cosa farne. In questo lasso di tempo, conserva le melanzane in frigorifero tenendole in sacchetti in carta o in plastica. Questo espediente permette di avere la certezza di una areazione ottimale. Dopo averle fritte – ricorda sempre di iniziare la preparazione con olio rigorosamente a crudo – le melanzane vanno conservate per non più di 8 mesi.

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